INTERAZIONI TRA I PESCATORI CORSI E I TURSIOPI
Da quando l'uomo ha iniziato a pescare con le reti, il Mar Mediterraneo ha accumulato una lunga storia di interazioni tra i mammiferi marini e gli operatori che svolgono attività in mare.
Il Tursiope, Tursiops truncatus, sembra essere la specie più coinvolta in questo tipo di interazioni. Essenzialmente gregario, esso sfrutta soprattutto le zone costiere e arriva così a sfiorare i pescatori nella stretta piattaforma continentale. In effetti, punta alle stesse specie di pesci (triglie, pagelli, mostelle) e a volte usa i mezzi di pesca, approfittando della concentrazione di pesci accerchiati nelle reti oppure nutrendosi direttamente nelle reti. Queste interazioni possono provocare buchi nelle reti.
È nel 2000 che, in occasione della Campagna Tursiopi condotta nel quadro del programma Cap Ligure del WWF-Francia, in Corsica si sono prodotte tensioni tra i pescatori e i Tursiopi. Vari soggetti che si occupano di tutela dell'ambiente (associazioni, amministratori di spazi protetti, istituzioni) decidono così di istituire il programma Life LINDA, che si prefigge di ridurre le interazioni negative tra i Tursiopi e le attività umane.
Nel tentativo di dare una risposta soddisfacente alla crescente tensione tra la comunità dei pescatori corsa e il Tursiope, specie protetta, il programma Life LINDA ha dovuto affrontare il problema per gradi:
- Quantificare in modo obiettivo l'entità di queste interazioni;
- Valutare l'impatto di queste interazioni sul reddito dei pescatori, in conseguenza della riparazione o della produzione di reti o della depredazione.
- Definire pratiche alternative che consentano di limitare queste interazioni.
I risultati di questi studi scientifici, condotti nel quadro del programma Life LINDA, hanno dimostrato che:
- In media, viene attaccato l'11% delle reti dei pescatori corsi e avviene un'interazione in un'uscita su cinque, con il conseguente danneggiamento delle reti. Queste interazioni tra le reti da pesca e i Tursiopi erano quindi rappresentative e richiedevano ulteriori ricerche per valutare l'impatto degli attacchi alle reti;
- Si registrava un aumento significativo delle CPUE (Catture per Unità di Sforzo) durante gli attacchi diretti e in presenza del delfino nel sito. Per spiegare questo fenomeno si sono formulate due ipotesi. Da un lato, i Tursiopi ribatterebbero volontariamente i pesci nelle reti da pesca, per tornare a servirsene una volta terminata la manovra. D'altra parte, è possibile che uomo e delfino si ritrovino insieme nei siti più ricchi di pesce, dove le uscite sono più produttive;
- Mentre prelevano i pesci dalle reti, i Tursiopi le danneggiano (creando un buco dalla tipica forma di "lingua") rendendole difficili da riparare. In una stagione di pesca di 180 giorni, si contano in media 35 giorni in cui le reti vengono attaccate, il che corrisponde a una perdita di due reti.
Comunque sia, queste interazioni provocavano una perdita economica per i pescatori a causa della presenza di buchi nelle reti e di pesci impossibili da vendere, perché parzialmente mangiati dai delfini.
Si rendeva quindi necessario un compromesso tra l'interesse della conservazione del Tursiope e il mantenimento di condizioni di lavoro accettabili per i pescatori, tanto più che questa specie rientra in accordi nazionali e internazionali ed è sottoposta ad altre minacce, quali le catture accessorie nelle reti da pesca e la sovrapesca.
OPZIONI DI GESTIONE
Secondo il programma Life LINDA, che si è chiuso nel 2007 e ha avuto una durata di tre anni e mezzo, pur non essendo stata trovata alcuna tecnica infallibile, le sperimentazioni condotte mostrano che è possibile ridurre notevolmente le interazioni modificando opportunamente le tecniche di pesca. Sulla scorta dei test condotti e della valutazione del costo economico legato al passaggio alla nuova tecnica, sono state individuate tre modalità di pesca alternative che limitano le interazioni:
- Utilizzo della maglia 5 anziché le maglie 7 e 9. La maglia più piccola, con CPUE dimezzate rispetto alla maglia 9, offre una redditività economica equivalente, poiché cattura di preferenza specie dal valore commerciale più elevato. La maglia 5 cumula più vantaggi, tra cui la diminuzione degli attacchi, il fatto che il 75% delle catture comprenda specie ad alto valore commerciale e il fatto che sia mirata agli animali adulti e permetta di togliere rapidamente i pesci dalla rete. È tuttavia importante conservare una diversità delle pratiche di pesca ed evitare una monopesca al tramaglio di maglia 5, come anche uno sviluppo preponderante dei palamiti, che provocherebbero uno squilibrio nelle catture a discapito dei grandi carnivori;
- La riduzione dei tempi di calata (12 ore anziché 24 ore), ipotizzabile solo se accompagnato dalla scelta di siti di pesca più vicini al porto d'attracco, cosa non sempre possibile;
- Utilizzo del palamito. Questo arnese è molto redditizio e costituisce la strategia di prevenzione più efficace, con lo 0% di interazioni in tre anni di campionamento. È utilizzabile per CPUE di grandi pesci e non altera le riserve di animali non adulti. Sono tuttavia inevitabili i costi legati all'acquisto di nuove attrezzature (pur ammortizzate rapidamente), ma soprattutto i tempi di lavoro rischiano di aumentare di 2-3 ore al giorno, la tecnica richiede una certa esperienza del pescatore e condizioni meteorologiche buone.
Anche lo sviluppo dell'attività di "Pescaturismo" potrebbe offrire ai pescatori una soluzione al problema dell'attacco delle reti da parte dei Tursiopi. Questa attività combinata unisce la pesca e il turismo, permettendo di ospitare a bordo turisti di whale watching. Il delfino così non sarebbe più un concorrente, ma una carta vincente per sviluppare l'attività di "pescaturismo".
Questo programma, condotto per 3 anni e mezzo, mostra come, collaborando con chi opera professionalmente in mare, è possibile trovare soluzioni sostenibili nell'interesse di tutti.
Per approfondire l'argomento: www.lifelinda.org