Ricorrenti nel Mediterraneo, le collisioni tra cetacei e imbarcazioni (navi da pesca, navi passeggeri, navi merci, ma anche imbarcazioni utilizzate per gare sportive e per il whale watching) sono in parte responsabili dei danni causati alle popolazioni di grandi cetacei che vivono, si alimentano e si riproducono in questo mare. Inoltre, queste minacce sono particolarmente più insidiose per le popolazioni numericamente esigue e/o isolate geograficamente.
Su alcune specie sono state condotte ricerche più approfondite in seguito alla creazione del Santuario Pelagos, grazie anche alla collaborazione tra ricercatori e compagnie di navigazione. Tali ricerche hanno messo in evidenza come due specie, annoverate tra le più grandi del Pianeta, siano minacciate dalle collisioni: la Balenottera comune e il Capodoglio. Gli studi genetici hanno evidenziato che queste popolazioni di cetacei sono isolate da quelle presenti nell'Atlantico e, di conseguenza, sono più fragili. Inoltre il piccolo numero di esemplari, oltre al basso tasso di riproduzione, impone ai responsabili di mantenere la massima attenzione sul futuro di queste due specie, già sottoposte ad altre turbative antropiche. Infine, questi studi hanno mostrato che più del 6% degli esemplari fotoidentificati in mare e circa il 20% degli esemplari spiaggiati presentavano tracce di collisione.
È ormai indispensabile quindi, circoscrivere le aree che presentano i maggiori rischi di collisione, sviluppare dispositivi o interventi che permettano di ridurre i rischi di collisione in quelle aree e proseguire le ricerche scientifiche allo scopo di migliorare la conoscenza di queste specie e di intraprendere le opportune azioni di gestione.
Oltre a questo aspetto ecologico, le collisioni pongono un problema di sicurezza legato al naviglio veloce. Lo scontro con una balena a 30 o 40 nodi può aprire squarci nello scafo delle navi, con l'eventuale apertura di una via d'acqua. È quanto è avvenuto in più occasioni negli ultimi anni sulle rotte di collegamento con le isole. Senza contare i problemi sanitari, di rispetto degli orari, i costi di riparazione e di immagine che devono essere affrontati dalla compagnia marittima coinvolta in una collisione.
Rileviamo inoltre che anche la presenza incontrollata di imbarcazioni di whale watching intorno ai cetacei può essere causa di collisioni con gli animali. Tra il 1984 e il 2003 (IWC, 2005) si sono contate fino a 32 collisioni con grandi cetacei (del tipo Capodogli, Orche e quattro specie di Misticeti). In un incidente ancora più grave, la collisione tra un Capodoglio e un'imbarcazione veloce alle Isole Canarie ha causato la morte di un passeggero a bordo. Questi due ultimi esempi costituiscono casi eccezionali di collisioni con grandi navi.
Opzioni di gestione
La comunità scientifica e alcune compagnie di navigazione sono preoccupate di questi incidenti, soprattutto all'interno del Santuario Pelagos. Per questo motivo, alcuni ricercatori e società di trasporto marittimo si sono impegnati a sviluppare un programma per contenere i rischi di collisione. Dall'inizio di queste ricerche e collaborazioni sulle collisioni provocate dal traffico marittimo nel Mediterraneo, la Parte Francese del Santuario Pelagos ha ottenuto vari risultati e proposto alcune soluzioni che prevedono, tra l'altro, di attivare:
- l’organizzazione di corsi annuali di formazione professionale (una formazione professionale annuale è organizzata dall'associazione Souffleurs d'Ecume, promossa dalla Parte Francese del Santuario Pelagos e dall'Ecole Nationale Supérieure Maritime (ENSM) a Marsiglia);
- i lavori scientifici di ricerca applicata (protocollo di osservatorio specifico), riuscendo così ad aumentare le conoscenze relative ai grandi cetacei;
- l'elaborazione di carte delle zone a rischio di collisione (cliccare qui per consultare lo studio scientifico più recente);
- lo sviluppo di strumenti tecnologici destinati alle compagnie di navigazione, come il sistema REPCET (Sistema di localizzazione dei cetacei in tempo reale);
- l’imbarco di un osservatore a bordo delle navi passeggeri che circolano nell'area del Santuario Pelagos (il punto in cui avviene l'avvistamento viene annotato in apposite schede);
- il cambiamento di rotta e la riduzione della velocità di crociera.
Il sistema REPCET, avviato dall'associazione Souffleurs d'Ecume, è stato certificato nel giugno 2007 dal Pôle de Compétitivité Mer PACA e si prefigge di contribuire alla riduzione dei rischi di collisione diurni (in un primo tempo) tra le navi da trasporto che effettuano un servizio regolare e i grandi cetacei. Il REPCET utilizza la densità del reticolo creato dalla navigazione nel Mediterraneo francese per migliorare la "rilevabilità" dei grandi cetacei a bordo delle unità di trasporto attraverso una rete informatica. Sono in fase di studio anche altri strumenti tecnologici (Active High Frequency Phased-Array Sonar, sonar, binocoli per visione notturna, infrarossi).
La ricerca scientifica nel Santuario deve quindi continuare. Per affrontare le problematiche imposte dalla navigazione, è necessario realizzare un'analisi comparata delle distribuzioni (e delle loro relative variazioni) dei cetacei e delle attività marittime nell'area del Santuario e consolidare la collaborazione con le compagnie di trasporto marittimo.