La turbativa dei cetacei si manifesta soprattutto quando si assiste a una pratica incontrollata della loro osservazione in mare (whale watching), oltre che in occasione di osservazioni scientifiche che utilizzano determinate tecniche di avvicinamento e di contatto con l'animale. Si può produrre turbativa anche quando le rotte di navigazione intersecano i siti cosiddetti "sensibili" (siti di riproduzione, di alimentazione, ecc.), o quando gli animali si trovano accerchiati da una concentrazione notevole di imbarcazioni (diporto, gare sportive, ecc.).
- Turbativa legata al whale watching
- Turbativa legata al traffico marittimo
- Turbativa legate alle gare sportive
- Turbativa legata a diportisti
Turbativa legata al whale watching
e opzioni di gestione
Se praticata in maniera incontrollata, l'attività ecoturistica di whale watching può nuocere alle specie osservate. Gli eventuali effetti a breve termine (modifica del comportamento, fuga, disgregazione del gruppo, disturbo del ciclo immersione-respirazione nella fase di riposo, ecc.) possono costituire un vero e proprio pericolo a lungo termine per i cetacei, soprattutto in caso di popolamenti esigui e/o isolati geograficamente. D'altro canto negli ultimi anni si sono registrati alcuni incidenti causati da persone che nuotavano in presenza dei cetacei. Il più noto è capitato a un'assistente fotografa nel 1992 alle Hawaii. Un Globicefalo maschio del gruppo filmato decise di afferrare la gamba della giovane, di scendere con lei a 12 m di profondità, per risalire poi in superficie. Nel Mediterraneo, si ricordano almeno tre incidenti analoghi con i Globicefali (Globicephala melas). Nell'area del Santuario, uno studio condotto sull'impatto del whale watching e della presenza di imbarcazioni da diporto ha evidenziato i fatti seguenti:
- il Capodoglio e la Balenottera comune tendono a restare indifferenti (soprattutto nel periodo di caccia o di migrazione), contrariamente ai Delfini comuni, che manifestano invece una forte tendenza ad avvicinarsi;
- i Tursiopi presentano reazioni frequenti di evitamento;
- l'avvicinamento eccessivo o aggressivo dell'imbarcazione interrompe l'attività del cetaceo;
- in caso di avvicinamento aggressivo verso un gruppo di cetacei accompagnati dai loro piccoli, la reazione è la fuga, se non addirittura il panico;
- i cetacei tollerano meno le interazioni con le imbarcazioni quando sono in fase di riposo e sono più indifferenti in fase di predazione o di viaggio;
- i cetacei accettano malvolentieri l'avvicinamento simultaneo di più imbarcazioni.
È quindi indispensabile che questa attività sia regolamentata, o almeno controllata, da un lato per i mammiferi marini stessi e, dall'altro lato, per i "whale watcher" che non sono consapevoli del pericolo che può rappresentare un animale selvatico.
Una delle opzioni di gestione è di stabilire una certificazione di qualità per la pratica di un whale watching responsabile nel Mediterraneo.
Per porre rimedio alle pratiche di osservazione mal gestite, il Santuario Pelagos e i suoi partner hanno varato un pdf Codice di buona condotta che i tour operator che svolgono questa attività sono tenuti a rispettare. In seguito all'introduzione di questo codice, il Santuario Pelagos e l'ACCOBAMS, di concerto con i ricercatori e gli operatori e i centri d'influenza francesi, italiani e monegaschi del settore del whale watching, hanno predisposto un disciplinare per il rilascio di un marchio di qualità ecologica. Questo marchio costituirà uno strumento di gestione internazionale (inizialmente per la zona Pelagos, per essere poi esteso all'area d'Accordo ACCOBAMS). Esso:
- permetterà al pubblico di individuare gli operatori che seguono un'impostazione di responsabilità ecologica;
- contribuirà a favorire un'attività di whale watching ragionata, limitando così i suoi impatti sui cetacei e promuovendo i suoi punti forti (sensibilizzazione al rispetto dell'ambiente, educazione).
Il disciplinare di questo marchio di qualità è stato discusso in occasione di varie riunioni cui hanno partecipato i vari portatori d'interesse del mondo del whale watching (gestori, ricercatori, operatori), ed è stato ratificato, previa concertazione, in occasione della terza Conferenza delle Parti Contraenti ACCOBAMS a ottobre 2007. In linea generale questo disciplinare prevede che gli operatori:
- seguano una formazione adeguata;
- rispettino il pdf Codice di buona condotta ;
- partecipino ai programmi di ricerca, compilando una pdf Scheda osservazione cetacei che consentirà di arricchire la banca dati (e contribuiscano, per le grosse unità, a una riflessione tesa a definire le modalità d'imbarco di un ricercatore);
- partecipino, a titolo volontario, a diversi gruppi di lavoro (in particolare, limitazione degli impatti acustici e dipendenza dalle energie fossili);
- propongano escursioni di carattere naturalistico, non più imperniate esclusivamente sui cetacei;
- diffondano un messaggio di qualità a bordo (contesto ambientale, biologia, minacce, ecc.).
Nella prima fase, si è scelto di prevedere una certificazione di qualità su base volontaristica, anziché per effetto di una norma, allo scopo di privilegiare un'impostazione partecipativa e di concertazione tra i gestori e gli operatori di whale watching.
Turbativa legata al traffico marittimo
e opzioni di gestione
Per quanto attiene alla turbativa causata dal traffico marittimo nelle cosiddette zone sensibili (siti di riproduzione, di alimentazione, ecc.), è stato attivato un programma di ricerca intitolato "IMPACT-CET®" al fine di migliorare la comprensione e la gestione delle possibili interazioni tra le attività umane e i cetacei. Questo studio è teso a realizzare una ricognizione, a determinare le caratteristiche spazio-temporali dei diversi traffici e a quantificare l'intensità del traffico in termini di pressione (frequenza e densità). Confrontando le carte delle pressioni dei diversi traffici con quelle delle zone dove sono presenti gli habitat preferenziali degli animali sarà possibile evidenziare le aree e i periodi più esposti agli impatti negativi legati alle attività umane. Si procederà quindi a proporre soluzioni adeguate a una migliore gestione di questi rischi nel Santuario.
Turbativa legata alle gare sportive
e opzioni di gestione
Il naviglio veloce a motore può disturbare i cetacei costieri, soprattutto se queste imbarcazioni si radunano nelle zone di concentrazione dei mammiferi marini. I cetacei che si trovano nelle vicinanze possono farsi sorprendere dalla velocità dei mezzi a motore e talvolta hanno difficoltà a svincolarsi quando sono "inseguiti" dalle imbarcazioni.
Dal canto suo l'articolo 9 dell'Accordo Pelagos prevede che "le Parti si concertano in vista di regolamentare ed eventualmente vietare nel Santuario le competizioni di barche veloci a motore".
In Italia, l’articolo 5 della legge n. 391 dell'11 ottobre 2001 vieta qualsivoglia gara di naviglio veloce nelle acque territoriali italiane del Santuario Pelagos.
Gli altri stati che sono Parti del Santuario hanno espresso a più riprese pareri negativi sull'organizzazione di queste corse nelle acque del Santuario. Le ricerche scientifiche sulla distribuzione dei cetacei e sulle rispettive zone di concentrazione devono proseguire per permettere una migliore gestione e regolamentazione di queste competizioni. Una griglia di supporto alle decisioni che stabilisce le norme tecniche relative alla definizione e alla categorie di questo tipo di attività e dedicate ai decisori, è in fase di sviluppo.
Inoltre i rappresentanti della Fédération Française Motonautique - FFM (Federazione Francese Motonautica) stanno vagliando le possibilità di organizzare le gare nel rispetto delle esigenze di tutela del Santuario. In futuro, le competizioni si svolgeranno, per quanto possibile, fuori dai confini del Santuario. Questo compromesso permetterebbe alla FFM, nel brevissimo termine, di dare prova della volontà di rispettare l'imperativo di tutela dei mammiferi marini del Santuario.
Turbativa legata ai diportisti
e opzioni di gestione
Secondo il programma Life LINDA, i dati raccolti sul comportamento dei diportisti in Corsica in occasione degli incontri con i delfini evidenziano la necessità di una più ampia comunicazione sulle regole di buona condotta per questa attività. In effetti nella maggior parte dei casi, le interazioni avvengono al di fuori del quadro fissato dal codice di buona condotta (il 97% delle osservazioni avviene a meno di 50 metri, con durate superiori a 20 minuti, ecc.). Inoltre l'azione di sensibilizzazione condotta in seguito alle interazioni constatate è accolta abbastanza favorevolmente dai diportisti. È quindi necessario continuare a sensibilizzare i diportisti, affinché questa pratica si svolga nelle migliori condizioni possibili.
È stato predisposto uno strumento di sensibilizzazione rivolto ai diportisti, allo scopo di coinvolgerli in queste azioni in veste di "Ambasciatori" del Santuario.